“Hai aperto la parente? Chiudila”

 

 

 

 

Delle tante coppie comiche passate alla storia del cinema, la coppia Totò e Peppino era la migliore.
La più speculare, quella che si muoveva meglio fra le pieghe dei meccanismi comici.
Totò innescava la scintilla, Peppino la raccoglieva, la ripassava a Totò, che la spegneva definitivamente.
Ma al di là del personaggio Totò, volendo limitare il mondo De Curtis solamente a questo film, non si può negarne la grande valenza storica.
Nell’Italia degli anni Cinquanta, o eri un regista impegnato o non valevi niente.
Le case di produzione volevano solo film seri ed impostati, e snobbavano i film, cosiddetti, popolari.
Che poi erano i film di successo.

“Totò Peppino e la malafemmina” a suo tempo nacque come veicolo per le canzoni di Teddy Reno e infatti il nostro si esibisce in alcni pezzi del suo repertorio.
La bella era la bionda e formosa Dorian Gray e il contrappunto comico doveva esssere garantito da Totò e Peppino.
Nei musicarelli ci doveva essere una sorta di equilibrio tra pezzi musicali e brani comici con prevalenza dei primi.
Qui l’ordine è sovvertito perchè da subito la parte comica prevale mettendo in secondo piano l’aspetto musicale e da commedia sentimentale del film.
E, diciamolo, meno male che sia così perchè di Teddy Reno e della Gray si potrebbe fare sicuramente a meno.


Questo film rappresenta uno dei vertici della comicità dei due, Peppino raramente è stato spalla così efficace nel suo essere complementare alla innata verve di Totò.
Vengono fuori i due tipi diversi di comicità: più teatrale quella di Peppino, più trasversale e anarchica quella di Totò. Comicità visiva(vedere l’arrivo dei due a Milano infagottati in pesantissimi cappotti, in testa colbacco di pelliccia e a tracolla una borraccia), giochi di parole che rasentano il surreale(vedi l’incontro con il vigile) più tante altre gag che da sole valgono la gratitudine imperitura ai due mattatori.

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Luca Ergotini

Speciale Totò
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