Tratto dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman, la serie è ideata da Bryan Fuller, ed è composta da otto episodi che riescono nella difficile impresa di unire ad una abbondante ricchezza visiva, una lineare e mai banale sceneggiatura. Esteticamente impeccabile, esagerata, onirica, mistica, visivamente splendida, la storia racconta le vicende di Shadow Moon, un carcerato che viene rilasciato in anticipo per l’improvvisa dipartita della moglie.

Durante il suo viaggio verso casa fa conoscenza con Mr Wednesday, un personaggio strambo che sta viaggiando attraverso gli Stati Uniti per riunire antiche divinità al fine di combattere le nuove divinità della società d’oggi, quali quelle del danaro, della droga, della tecnologia, e altre ancora.

Il risultato finale è sorprendentemente strepitoso perché è una serie che si prende dei rischi nel tentativo di fare qualcosa di diverso, usando persino violenza e sesso per affrontare tematiche religiose, ma con il principale obiettivo di criticare aspramente la società moderna, e ci riesce con successo.

American gods riesce a colpire per argomenti trattati, ma anche per la regia forte e visionaria di Fuller e Green, per la fotografia abbagliante e fantastica, a tratti poetica, per la colonna sonora che mescola vari generi musicali adattandoli alle culture dei vari protagonisti e soprattutto per l’azzecatissimo cast.

E’ infatti perfetto Ricky Whittle nei panni del protagonista (shadow Moon) che rimane fatalista e dubbioso durante il trascorrere degli eventi, così come eccezionale è il buon vecchio Ian MacShane, magnetico con lo sguardo, sfuggente e misterioso  nelle sue intenzioni che metterà il protagonista di fronte ad un bivio, quello di credere o no ad alcuni eventi di cui non sa darsi spiegazioni.

La vera sorpresa è Emily Browning, caratterialmente fortissima, una vera sorpresa capace di scintillare con la sua bellezza, e di dare vita ad un personaggio meraviglioso sotto molteplici aspetti.

Sono ottimi anche gli altri protagonisti che scoprirete episodio dopo episodio fino all’episodio conclusivo che risulta essere pienamente soddisfacente da un lato, terribile dall’altro perché ci lascia sul più bello, nel pieno della storia, nel clou della battaglia tra divinità, desiderosi di vedere la seconda stagione quanto prima.

Le riprese della nuova stagione sono appena iniziate, in grave ritardo perché Fuller e Green purtroppo hanno abbandonato il progetto, ma si è riuscito a trovare comunque un nuovo showrunner, quel Jesse Alexander che ha lavorato in passato già a buoni prodotti (star trek discovery, Hannibal, Lost, Alias, Heroes) e che ci fa quindi ben sperare.

Tra le serie tv, a mio avviso, American gods è la vera sorpresa del 2017

VOTO 9

AMERICAN GODS – Divinità a confronto